CRISI NEI RAPPORTI

SFIDE DELL’AMORE

L’arte di incontrarsi e di comunicare

Estratto dal convegno di Lugano, 15 - 17 Ottobre 2010

Testo – NON rivisto dal relatore – scelto e curato da Federica Gho

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ISBN 978-88-96193-74-7

https://www.liberaconoscenza.it/

Caro Lettore,

con la nuova collana AUDIO siamo lieti di offrirti l’opportunità di accostarti alla ricchezza e alla profondità di bei pensieri con cui vivere al meglio, giorno per giorno, il nostro tempo così difficile, ma anche ricco di grandi occasioni. AUDIO ti porge una conferenza di Pietro Archiati tratta da un convegno o da un seminario che, se suscita il tuo interesse, potrai ascoltare per intero tramite il Cd allegato, o potrai leggere per esteso negli Atti. Questa collana vuole essere per te, e per le persone con cui vuoi condividere questi pensieri, uno strumento per orientare in modo sempre più mirato la scelta nel vasto repertorio delle nostre pubblicazioni.

Buona lettura e buon ascolto!

Indice

Prefazione7

il rapporto uomo-donna

Il più complesso, il più appassionante di tutti9

Letture correlate37

Contenuti del Cd allegato39

Prefazione

Le relazioni umane sono un grande enigma. Il destino ci porta incontro individui diversi con cui dividiamo le sorti della vita e con cui siamo coinvolti in infinite gradazioni emotive: amiamo, odiamo, siamo tiepidi oppure indifferenti.

Oggi ci si lamenta del deterioramento nella qualità dei rapporti. Le coppie “scoppiano” ai primi contrasti, le amicizie si guastano, tra genitori e figli regna la reciproca incomprensione. Eppure, se diamo ascolto al nostro cuore, ci sentiamo profondamente uniti al resto dell’umanità.

Che cos’è allora che mina la salute dei rapporti? Che senso hanno le conflittualità e i dolori che ne conseguono? Le tensioni nei rapporti sono sfide della libertà. La creatività individuale è una componente essenziale nella loro riuscita. Nella misura in cui l’uomo saprà sviluppare vero interesse e amore verso l’altro potrà realizzare, nel tempo, relazioni salde e costruttive.

IL RAPPORTO UOMO-DONNA

Il più complesso, il più appassionante di tutti

Cari amici, gentili ascoltatori,

avevamo supposto che questo pomeriggio sareste venuti un po’ più numerosi, perchè il tema pare interessante. Cerco di esprimere alcuni pensieri fondamentali, già ieri sera dicevo che l’umanità, tutti noi, ci troviamo a una grossa svolta. Naturalmente si è sempre a una svolta quando non si sta fermi, però c’è nell’umanità la percezione di un certo esubero del fare, che noi chiamiamo materialismo. Gli esseri umani oggi fanno tantissime cose, pensiamo a tutto il mondo della scienza, e soprattutto a tutte le conquiste della tecnica: le braccia e le gambe si muovono molto di più che non le teste!

Per quanto riguarda la conoscenza però, mi direte, in fatto di indagine scientifica si è andati molto avanti! Certo, siamo progrediti molto per quanto riguarda la conoscenza del mondo materiale. Pure i nostri giovani ci evidenziano come sia urgente fare dei passi in avanti anche nella conoscenza di ciò che non è materiale. Ma che non è meno scientifico, perchè soltanto una conoscenza che è scientifica ci convince.

Un esempio fondamentale, importantissimo, di qualcosa che non è materiale è l’insieme dei rapporti umani. E in particolare, questo pomeriggio, ci chiederemo se si può o non si può conoscere scientificamente il rapporto tra l’uomo e la donna, tra il maschile e il femminile.

Se guardiamo a ciò che si vede esteriormente, cosa troviamo? La materialità, la realtà del corpo e, quanto alla sua materialità, conosciamo tante cose: l’anatomia, la fisiologia, la medicina ce ne parlano. Però quando si tratta dei rapporti, il rapporto non è ciò che si vede: due persone, lui e lei, che rapporto hanno, in che relazione sono tra loro? Una cinepresa che li filmasse ci restituirebbe tutto quello che è visibile, che è materiale, ma non il rapporto. Questo è un’enorme realtà non sensibile, non visibile agli occhi, cioè: sono tutti i pensieri che essi pensano, o che si scambiano, i sentimenti che passano tra loro e le volizioni. Le volizioni, una volta si chiamavano così, sono gli atti di volontà, cioè gli ideali, gli ideali comuni. Tutto ciò non è materiale e si muove tra queste due persone.

Dobbiamo ammettere subito che è un mondo enormemente complesso, sempre in cambiamento: tutta la costellazione dei pensieri, dei sentimenti, delle posizioni reciproche non è mai uguale una mezz’ora prima da una mezz’ora dopo. Soltanto quanto è materiale ha una certa costanza, e man mano che passiamo a ciò che non è materiale, tutto diventa più complesso e cangiante, e questo complica le cose!

Una delle domande di fondo che ci poniamo questo pomeriggio, sulla quale vogliamo lavorare insieme (e poi, quando termino di parlare io, prenderete voi la parola), allora è: è possibile conoscere scientificamente questi rapporti? Finora nell’umanità non è stato fatto!, neanche dalla psicologia. Questa studia i fenomeni della psiche – bellissima parola greca che significa anima – e il termine stesso ci suggerisce che è una realtà in continuo movimento e cambiamento.

La psicologia tradizionale è semi scientifica, e non può essere altro che così, perchè studia i fenomeni dell’anima, ma non per percezione diretta degli stessi, bensì in quanto si manifestano attraverso il corpo. Se noi volessimo studiare cosa è successo nel Golfo del Messico, dovremmo un po’ andare a vedere, no? Ci occorre la percezione diretta dei fenomeni: misurare per esempio quanti litri di petrolio sono usciti fuori!

La psicologia si basa sul modo in cui si manifestano i rapporti, anche attraverso la parola. La parola è qualcosa di sensibilmente percepibile, infatti voi non avete bisogno di essere degli iniziati, di percepire il sovrasensibile, per sentire quello che sto dicendo. Quindi la psicologia tradizionale è semi scientifica – rispetto alla biologia o alla chimica –, nel senso che studia il corpo come risultato di cammini dell’anima; questi si manifestano attraverso i gesti, attraverso le azioni che una persona compie. Per esempio: se uno si comporta così, allora deve essere un collerico. Però la collericità non viene percepita direttamente.

Circa un secolo fa (e ora parlo per sommi capi, perchè altrimenti dovreste star seduti qui davanti cinque ore, come minimo), è successo un fenomeno culturale importantissimo, nell’Europa centrale e sull’ala del linguaggio tedesco. Questo è un discorso che ci porterebbe un po’ fuori, ma va detto che questa scienza dello spirito non è legata al popolo tedesco, è legata piuttosto alla lingua tedesca, che permette di esprimere certe realtà spirituali in un modo più articolato rispetto ad altre lingue. Allora un secolo fa è saltato fuori un individuo, un fatto culturale secondo me di enorme spessore!, che ha detto: «Cari signori e care signore, mi dispiace, ma io vedo direttamente questi pensieri e questi sentimenti».

Questo tale ha cominciato così a sfornare un sacco di cose!, in base alla sua percezione diretta dell’invisibile. E se noi torniamo a chiederci se è possibile conoscere scientificamente ciò che vive nell’animo, la risposta è:

Questo pomeriggio guardiamo al rapporto tra uomo e donna, e attorno a loro c’è tutto un mondo di anima e di spirito. Ognuno dei due ha tanti aspetti individuali, e tanti che sono comuni: forze comuni. Tra loro ci sono tutti i modi possibili di favorirsi a vicenda, o di mettersi i bastoni fra le ruote a vicenda. Insomma dove ci sono due persone, uomo e donna, c’è tantissimo di realtà di anima e di spirito, e questo si può cogliere soltanto spiritualmente.

Naturalmente c’è lo scienziato classico che dice: «Ma tu sei matto! Non esiste che si percepisca direttamente lo spirituale!». Anzitutto lui non sa neanche che cos’è lo spirituale, poi addirittura… percepirlo direttamente, e quindi dice: «No, sei matto punto e basta», e lì finisce il discorso. Se invece noi non siamo così dogmatici da voler dire che non è possibile, allora vediamo un pochino che cosa ha da dire questo Rudolf Steiner.

Importante per l’umanità di oggi è di vedere se ci sono conoscenze nuove e che cosa ne può saltar fuori; questo pomeriggio vorrei proporvi una cosa nuova, cerco di riassumerla scientificamente, e poi ci ricamo sopra. Sul maschile e il femminile, arriva questo Rudolf Steiner che dice che ogni essere umano ha attorno, e tutto compenetrante il corpo fisico, un altro corpo, un’altra realtà unitariamente strutturata – lui lo chiama corpo eterico, ma non importa, voi chiamatelo come volete –, che è l’insieme delle forze vitali. Io lo chiamo il vitale. Queste forze eteriche vitali, presenti in lui e in lei, compenetrano tutto il fisico ed esuberano un poco, se uno le vedesse sovrasensibilmente le noterebbe fuoriuscire un pochino dai contorni del corpo fisico. Steiner allora dice:

Adesso le cose diventano interessanti, perché quando io dico maschile e femminile, ora devo proibirvi di pensare al maschio e alla femmina, perchè maschile è sia il maschio, sia la femmina! Lui è maschile nel fisico e femminile nell’eterico, e lei è maschile nell’eterico e femminile nel fisico.

Cosa vuol dire maschile, cosa vuol dire femminile? Le cose si complicano perchè noi abbiamo una società e una cultura patriarcali, dove il maschile domina in un modo micidiale, e sono sicuro che le donne qui in sala mi daranno ragione. Nella terminologia antica, classica, si diceva che maschili, per esempio, sono il Cielo e il Sole, e che la Terra è femminile.

Quando uno dice: «Io vorrei fare questa cosa!», nel dire così è maschile. Voler fare una cosa è una posizione maschile, sia che lo dica una donna sia che lo dica un uomo, perchè è una cosa nuova e ci vuole iniziativa, ci vuole forza di volontà; la forza di volontà che comincia qualcosa ha un carattere maschile. Però se non c’è nessuno che dice: «Ti aiuto», non ce la fa a farlo!

Quindi noi non stiamo dicendo che l’uno è meglio dell’altro, attenti! bisogna proibirsi in modo assoluto di appiccicarci un’etichetta morale. No, sono due qualità polari e tutte e due sono necessarie, perchè se non ci fosse nessuno che maschilmente vuol fare cose sempre nuove, in una ditta per esempio, l’evoluzione non ci sarebbe e non si andrebbe mai avanti. D’altro canto se tutti volessero solo cominciare cose nuove e nessuno volesse aiutare colui che le vuol fare, neanche in quel modo lì funzionerebbe … Tutte e due le posizioni sono necessarie e adesso vediamo un pochino degli esempi concreti.

L’uomo è maschile nel fisico e femminile nel vitale; la donna è femminile nel fisico e maschile nel vitale. Perchè nel mondo fisico, nel mondo della tecnica, domina il maschio? Perchè nel mondo della tecnica ci sono, continuamente, innovazioni. Quindi nel mondo della tecnica, il maschio, avendo un corpo fisico maschile, ha la capacità, ha la voglia, strutturalmente, di creare nel mondo fisico cose sempre nuove. È appena uscito un nuovo tipo di computer, o un nuovo modello di automobile?, passa un mese e subito c’è qualcuno che ne vuole fare un altro migliore!

Quindi c’è la gioia del creare sempre di nuovo, però teniamo presente che creare il nuovo significa distruggere ciò che c’era prima e che non vale più nulla. Perché questo è il mondo della concorrenza: «Ti do una botta perchè voglio dimostrarti che lo faccio meglio, che sono più bravo di te». Bisogna che quello che c’era prima faccia posto, quindi in un certo senso venga distrutto.

La donna vive nel vitale la stessa vivacità, la stessa gioia del creare, la stessa velocità di cambiare continuamente, dove si vuole sempre qualcosa di nuovo, dove non si sopporta la noia di ciò che resta uguale. Questa gioia creatrice è vissuta dalla donna nei rapporti, a livello di ciò che è sovrasensibile, perché il vitale è la prima realtà sovrasensibile. Quindi lei, essendo maschile nel suo corpo eterico e piena di iniziativa lì, non sopporta che un rapporto resti uguale, monotono, per mezz’ora. Non sia mai!, perchè per lei vorrebbe dire essere interiormente morti. Così come la donna gode di questi sentimenti continuamente cangianti, dei modi reciproci di esprimere le cose, così il maschio (naturalmente calco un po’ le tinte, ci sono eccezioni, ma adesso sto descrivendo i due tipi un po’ in bianco e nero), il maschio classico non si accorge di nulla di tutto ciò che avviene di queste creazioni e ri-creazioni in mezz’ora o in un’ora di rapporto: per lui è rimasto tutto uguale! Può darsi che la sua compagna sia nata, morta e risorta quindici volte in un’ora, e lui non si è accorto di nulla.

Prendiamo allora la cosa come ipotesi da questo gigante Rudolf Steiner e vediamo cosa salta fuori. Perchè è ora che questa cosiddetta scienza dello spirito finisca di restare nella sacrestia degli scienziati dello spirito: o diventa un fattore culturale oppure non ci salviamo, vanno veramente a rotoli tutti i nostri rapporti!

Prendiamo per esempio questo fenomeno: il maschio sta guardando una partita di calcio. Cosa c’è di interessante in una partita di calcio? Per la donna, nulla! tutta noia, perchè i piedi son sempre quelli, la palla è sempre uguale (non è che diventa più grossa o più piccola, no?), e le teste, pure! Che cosa gode il maschio? Nel campo fisico, nel mondo fisico c’è un continuo cambiamento di situazioni, di posizioni perchè se quello lì corre più veloce e quell’altro invece si mette dall’altra parte, poi… E tanti maschi se la godono! Per la donna no, non è un cambiamento di sentimenti, di passioni, né di gioie o di dolori. In un’ora e mezza di partita di calcio, anche davanti al televisore, i maschietti sono tutti elettrizzati e guai se uno li disturba: «Aspetta che finisca la partita!». Al che, la femminuccia: «Per carità, sì, sì, te la lascio, la partita».

Prendiamo una conversazione: cosa avviene in un’ora e mezza di conversazione? Per il maschietto classico «Una noia infinita, mamma mia, ma non si possono dire più veloci le cose che ci son da dire?». Perchè? Perché fisicamente, esteriormente, stanno lì seduti tutti e due, o tutti e tre, e non succede nulla (non è che i piedi si muovono o le teste si muovono e c’è il gol, no?), son lì seduti e basta. Cosa è successo in un’ora e mezza di conversazione? Nulla!, per il maschietto. Per la donna invece è tutt’altra cosa: vive, ma profondamente, sinceramente tutti i pensieri, i sentimenti che vengono espressi, coglie l’attenzione, la qualità dell’attenzione del cuore, se c’è o se non c’è, se lui mi ha capito. «Ma no…, non mi hai capito». Ma quello non ti ha capito perchè non sente nulla!, sta pensando alla partita che dopo la conversazione deve andare a vedere, quella sì che gli interessa.

Quindi una conversazione normale per una donna in quanto donna è un evento appassionantissimo e sempre diverso in tutte le sue fasi, proprio come la partita di calcio è interessantissima e mai uguale per il maschio. Togliete adesso le tinte calcate che ci sto mettendo per evidenziare le cose, e se queste cose sono vere, e mi pare che siano vere, è davvero ora che ci chiariamo le idee sui rapporti tra uomo e donna.

Cosa è importante per l’uomo, nei rapporti? I fattori esterni, perchè l’uomo vive in primo piano quelli, e dice: «Ma, cara sposa, i soldi li abbiamo, la casa è bella, i figli sono sani (anche la salute è un fattore esterno), che vuoi di più? Che mi stai a piantare una grana ogni giorno? che ti manca?». Non sia mai che quella dica che le manca l’affetto, perchè allora il maschietto deve dire: «E l’affetto che roba è?, (è il pane che si affetta). Sono le fette del pane?». Poi il maschietto dopo cinque anni si piglia un mezzo infarto, perchè la donna se ne va via. Che cosa è successo!? Il problema è che nel rapporto non era mai successo nulla! Palla al centro, ma non si è mai mosso nulla, perchè quando si mette la palla al centro si ricomincia. E lui non si è accorto che non era mai successo nulla nel rapporto.

Lui si era, giustamente, perchè la prospettiva del maschio è quella, ed è anche la sua forza, preoccupato dei fattori oggettivi, che sono importanti in un rapporto: dei soldi che ci sono o che non ci sono, di come sbarcare il lunario. Ma ha sottovalutato, in quanto maschio, in modo assoluto i fattori soggettivi, interiori, psicologici che sono altrettanto importanti, se non più importanti, naturalmente.

Per esempio una cosa che il maschio vive nel rapporto sono le mansioni reciproche, la distribuzione delle cose da fare: ciò che fai tu e ciò che faccio io. È forse un fattore di interiorità, di emozionalità? No, è un fattore piuttosto esterno: tu ti occupi della biancheria, di lavare, di cucinare, e io mi occupo della macchina. È giusto, una distribuzione di compiti ci vuole, però non ha nulla a che fare con l’interazione psichica, con quello che avviene tra anima e anima, tra cuore e cuore dei due: lì esperta è la donna.

Quindi così come l’uomo mette al centro ed è tentato di ridurre il rapporto a fattori oggettivabili, così la donna invece è esperta in fattori che sono molto più sottili, molto più difficili a tradursi in un oggetto concreto. Perchè l’atteggiamento del cuore dell’uno nei confronti dell’altro non si può fotografare, è troppo complesso. E la donna, per intuito, coglie meglio questo mistero dell’atteggiamento del cuore, lo coglie in un modo più profondo, magari non lo può articolare come si articolano certe cose oggettive, però lo vive. Di questo che adesso io sto chiamando l’atteggiamento del cuore, il maschio normale proprio non sa nulla, non capisce nulla.

Quarant’anni fa ero negli Stati Uniti, e a quei tempi si fece un’enorme inchiesta per appurare quanto tempo le coppie dedicassero alla conversazione tra loro. Oggi sarà ancora molto di meno, allora erano in media venti minuti alla settimana: il tempo di dirsi buongiorno e buonasera! Per una donna normale è la morte dell’anima, e se il maschio pensa che sia normale si sbaglia di grosso! L’arte del rapporto tra uomo e donna – essendo i due una polarità così diversa, di fecondazione reciproca perchè sono l’uno l’opposto dell’altro in tutti i campi della vita – sta nel comprendere che bisogna, è assolutamente necessario dedicare tempo ai rapporti: parlare! Quindi il maschio tende a sottovalutare questo aspetto, anche perchè non è la sua arte. La nostra educazione ci prepara a tutti i mestieri di questo mondo, a fare, a fare tutto il da fare, perchè abbiamo una cultura maschile. Se avessimo una cultura che onora anche il femminile dovremmo, nella formazione, nell’educazione, imparare non meno l’arte del conversare.

È un’arte, il conversare, e la maggior parte delle persone oggi proprio non la conosce, quindi non la pratica. La conversazione è dove il cuore fa attenzione al cuore, sapendo in partenza conoscenze nuove: se sono una donna ascolto il cuore di un uomo che è maschile, è pieno di iniziativa in tutto il mondo fisico, ma, poveretto! non sa prendere l’iniziativa nel rapporto, vive di rendita, è soltanto capace di assecondare, di aiutare materialmente. Io gli devo portare incontro un mondo dell’anima, un mondo invisibile pieno di iniziativa. Per una donna un rapporto che sia uguale a quello di ieri è una catastrofe! perchè l’animo, oggi, di lui e di lei, è del tutto diverso da ieri.

Lui: «Ma come, ieri eri così felice e oggi mi fai il muso?»

Lei: «Ieri era ieri, che m’interessa di come era la vita ieri, oggi è diverso!»

Allora lui si arrabbia: «Tu non hai il diritto oggi di essere diversa da ieri!», perchè lui sa che se ha una macchina, la macchina, più o meno, quattro ruote aveva ieri e quattro ne ha oggi! Il maschio è l’esperto del costante, che ci vuole, perché non si può inventare un rapporto a nuovo ogni giorno, e la donna è esperta in ciò che cambia sempre nelle relazioni, perché è importante ciò che vive nell’animo, i sentimenti, le emozioni: e tutti e due ci vogliono.

Un rapporto è fatto di qualcosa che non muta, ma è fatto anche di infiniti cambiamenti a livelli più sottili, ed è importante sapere, capire che così come l’uomo si fonda su ciò che è costante, e se ne sente responsabile, così la donna, questo, lo vive non meno come noioso! Lo sente come base necessaria per tutto ciò che, su quanto è costante, si costruisce, sempre in cambiamento: i pensieri, i sentimenti e le emozioni sempre nuovi.

Vi ricorderete una definizione classica dell’amore, al nord della Germania dico sempre che è tipica degli esseri umani che vivono al sud (perchè al nord non la potrebbero dare): amare significa dire mille volte «Io ti amo», senza ripetersi mai.

« Lo sai che ti voglio bene?» dice la donna all’uomo.

«Ma sì, me l’hai già detto mille volte!». Ha colto lui il modo nuovo di dirlo, l’animo tutto nuovo che c’è oggi? No, non l’ha colto, ha colto soltanto ciò che è uguale.

Lui dice a lei: «Ti voglio bene».

«Ah! in questo modo qui non me l’avevi mai detto». E lui pensava di aver ripetuto giusto per farla contenta! Però il desiderio di farla contenta in questo modo non c’era mai stato, e lei lo coglie, questa sottigliezza lei la coglie, perchè è donna.

Come il maschio è improntato su ciò che è costante, le mansioni, la divisione del lavoro, su ciò che ognuno dei due fa, così la donna è incentrata sul modo di farlo. Quindi il maschio è l’esperto del che cosa, la donna è l’esperta del come, e del cuore, di come il cuore fa le cose. Il cucinare può essere lo stesso per mille giorni, ma i sentimenti che si immettono nella preparazione dei cibi possono rinnovarsi ogni giorno, possono essere sempre diversi. Quindi il maschio guarda al costante, la donna guarda a ciò che è cangiante, a ciò che è sempre in movimento, a ciò che vive nell’animo, alla qualità del dialogo, alle sorprese. Una giornata senza sorprese, in un rapporto, per la donna è un momento di morte e si aspetta, desidera che ogni giorno ci sia sempre qualcosa di nuovo.

La nostra cultura, la nostra società è dominata dal maschio, perchè si è incentrata sul mondo materiale, è maschile nella scienza che sfocia nella tecnica, nella concorrenza, nei modelli di macchine sempre nuovi.

Ed è maschile nella religione, è diventata così maschile che è del tutto morta, guai se salta fuori qualcosa di nuovo! Se volete conoscere l’apice del conservatorismo in religione, andate negli Stati Uniti: i fondamentalisti, cosa sono? Maschi: non vogliono che in fatto di religione cambi la minima cosa! E cosa ne è rimasto? Ma neanche tre dogmi!, hanno tre mezzi dogmi. E gli basta!, perchè sono maschi.

Questa cultura patriarcale maschile non ha la più pallida idea che la religione – il rapporto del cuore umano col divino, con ciò che non possiamo afferrare con le mani – sia il campo per eccellenza dove tutto è permesso! Pensieri sempre nuovi, scoperte sempre nuove. Una religione a misura del femminile sarebbe una religione che si rinnova ogni giorno.

Il divino è la prospettiva evolutiva dell’umano, ciò che un essere umano può divenire si chiama il divino! Chiamatelo come volete, ma il divino è ciò che noi cerchiamo, ciò che vogliamo diventare, ciò che cerchiamo tutti anche se non lo sappiamo. Diciamo continuamente all’essere umano che ci sta accanto: «Io ti amo». Ora, la religione, con la creatività del femminile, che è maschile in campo sovrasensibile, sarebbe l’arte di dire mille volte, senza ripetersi mai: «Io ti cerco!, realtà dello spirito». Ti cerco ogni giorno in un modo nuovo, con rinnovato desiderio, con un’aspirazione dell’anima sempre cangiante, da situazioni, da strettoie della vita sempre più complesse.

Questo: «Io ti cerco libertà dello spirito, ti cerco! conoscenza dello spirito», se noi avessimo una religione dove il femminile, dove le donne potessero avere più voce in capitolo, sarebbe l’arte di dirlo ogni giorno senza ripetersi mai. Allora sì, che diventa bella la vita! E invece siamo bacucchi in fatto di religione, che è morta, maschilmente morta.

E siamo maschili nei rapporti: non c’è nessun rinnovamento. Questa dominanza del maschile nelle relazioni, e ve la dico ora da un lato molto importante, è che il maschio, non dico si attende, ma ha proprio la pretesa che i rapporti debbano andare bene automaticamente. E se non va bene hai colpa tu, perché se non funziona, allora c’è una colpa. Un rapporto che vuole andare bene in automatico ha già finito di essere un rapporto! Perchè non c’è mai stato, un rapporto va bene soltanto se tutti e due, ogni volta, lo fanno andar bene, rinnovandolo ogni giorno di sana pianta.

Termino il mio discorso con una riflessione un pochino più scientifica, più tecnica se volete, poi lascio a voi di prendere posizione. Disegniamo alla lavagna l’essere umano, mettiamoci quattro livelli:

  1. il fisico;
  2. il vitale;
  3. lo psichico, chiamiamolo l’anima, l’animico e poi
  4. lo spirito.

    La scienza dello spirito li chiama:

  1. il corpo fisico;
  2. il corpo eterico;
  3. il corpo astrale (è l’anima tale e quale, solo che è un termine minimamente più tecnico)
  4. e lo spirito lo chiama l’Io.

    Teniamo pure le parole che tutti conosciamo che vanno benissimo.

    Lo spirito è maggiormente incentrato nella sfera nel pensiero (lo disegno qui, vicino alla testa); l’anima nella regione del cuore, dei sentimenti, dell’amore; con il vitale andiamo più in giù, nella zona degli organi di riproduzione; e poi, andando ancora più giù, il fisico, se volete, sono gli arti attraverso i quali l’essere umano compie le azioni. Ci sono i pensieri, i sentimenti, poi il vitale e le azioni, e le volizioni, dove ci serviamo di braccia e di gambe per fare le cose che abbiamo da fare.

    Ora la cosa interessantissima!, che posso soltanto accennare, è che la donna è tutta incentrata su queste due realtà fondamentali che stanno nel mezzo. O, se vogliamo dividere l’essere umano in tre, nella sfera dell’anima, centrale rispetto a spirito e corpo. La donna è sintonizzata sul vitale, quindi sulle forze di vita: teniamo presente che la donna porta nel grembo nove mesi il bambino, prima di darlo alla luce, e questa è una differenza enorme rispetto al maschio. Nella vita interiore, il mondo specifico della donna è il vissuto. Il linguaggio italiano lo chiama in questo modo bellissimo: nell’anima, il corrispondente del vitale biologico è il vissuto. Che splendida parola!, nel vissuto c’è la vita, però quando noi parliamo del vissuto intendiamo dire i sentimenti, anche le emozioni. Allora la donna è incentrata tra il vitale in quanto sostrato corporeo della vita, che dà le forze di vita, e il vissuto, ciò che l’anima vive in base all’interazione con la realtà del corpo.

    Il maschio, invece, è tutta un’altra cosa!, di queste due sfere, di questo mondo del vitale e del vissuto interiore il maschio classico “normale” non ha la più pallida idea, perchè vive in tutto e per tutto nella testa e negli arti, nel pensare e nel fare.

    Questo pensare non è un pensare che include il cuore, a meno che l’uomo faccia un cammino proprio di integrazione, interagendo sinceramente e profondamente col femminile. Quindi è un pensare che noi chiamiamo razionalismo, è un pensare astratto!, che astrae dalla dimensione dell’anima, e pensa soltanto sul mondo fisico.

    Quindi il mondo, la nostra cultura, sono dominati dal maschile, perchè sono dominati da un pensare razionalistico, che in campo di azione comporta il materialismo. I due campi fondamentali di questa cultura maschile in cui noi viviamo sono:

    • la razionalità in campo di pensiero, dove manca la dimensione del cuore (non è voluta perchè crea un sacco di problemi, mentre la scienza deve essere soltanto oggettiva);
    • e il materialismo che ne risulta. La tecnica è puro materialismo.

    Oggi importa che le macchine siano sempre più all’avanguardia, i prodotti siano sempre più perfetti, e i conti in banca raggiungano sfere astronomiche. In un certo senso il maschile oscilla continuamente tra questi due estremi, e non trova il punto medio!, al maschio di oggi manca tutta la sfera del centro.

    Alcuni anni fa ci fu un incontro a Berlino con una persona che gode di una certa considerazione in campo antroposofico. Questi allora mi disse: «Signor Archiati, non vada via, resti in Germania. Il suo compito qui è molto importante, perchè la Germania è piena di gente con una testa enormemente grossa, con forze di volontà all’infinito, ma qui (e indicava il petto), qui, non ha nulla!». Io all’inizio non ci volevo credere, poi, guardando meglio le cose … mi sono detto: sì, sì, è vero! Ed è il femminile che manca.

    Certo che la dimensione del cuore, del vissuto, complica le cose, però la vita non è semplice, la vita è molto complessa. E se noi vogliamo continuare a negare questa sfera, non soltanto neghiamo un minimo di dignità a tutto ciò che è femminile, ma distruggeremo sempre di più i nostri rapporti perchè l’umano è vissuto soprattutto nella sfera del cuore.

    Sotto c’è il mondo della percezione sensibile, e sopra il mondo dei concetti astratti, e questo è il maschio: percezione sensibile più concetti astratti. Questi concetti, il pensare, per diventare viventi, devono entrare nella sfera del vissuto, nella sfera del cuore. E il grande passo in avanti per recuperare la dimensione femminile che abbiamo perduto nella nostra cultura, è di cominciare, senza perdere la testa, a pensare con la testa e col cuore insieme.

    Io qui mi fermo, su questi avvii di pensiero, e adesso tutte le femminucce presenti in sala si facciano sentire!

    Intervento: Non sono una donna (ma probabilmente nelle vite passate lo sono stato). Abbiamo parlato di sentimenti, di emozioni, di volontà, però non è stato discusso un argomento che secondo me è molto importante: il rapporto sessuale. È una cosa fondamentale!, è dove di più l’uomo e la donna, il fisico e l’anima si incontrano. Per evitare che diventi una mera fisicità, come si recupera la sacralità del rapporto sessuale?

    Archiati: La tua domanda è tipicamente maschile!, e, naturalmente, va bene, sono maschio anch’io. Non ho svolto tutti gli esempi, e giustamente la discussione serve a integrare ciò che il relatore non ha esplicitato, ma implicitamente, c’era! Fa parte del materialismo maschile, il fatto che il rapporto tra uomo e donna abbia messo in primo piano il corporeo, perchè il corpo è materiale. Tu quando parli di sessualità intendi qualcosa di corporeo.

    Intervento: Ho parlato di sacralità del rapporto sessuale.

    Archiati: Sì, la sessualità: quando tu parli di rapporto sessuale ti riferisci a qualcosa di corporeo. Sarebbe un errore se si pensasse che anche per la donna il corpo stia al centro, per lei conta il tipo di relazione che c’è tra cuore e cuore, tra anima e anima in tutti i rapporti, anche in quelli fisici. Ed è proprio un inganno del maschio di pensare che la donna viva così direttamente il corporeo come lo vive lui. No, sono profondamente diversi, la donna vive l’anima nel rapporto sessuale molto più fortemente che non il maschio. Tanto è vero che, a cose fatte, il maschio è del tutto soddisfatto e la donna del tutto insoddisfatta: quindi, che rapporto c’è stato? Per la donna, nulla!, una distruzione della sacralità. Quindi la sacralità di ciò che chiamiamo il rapporto sessuale consiste nel fatto che il corpo è sacro soltanto quando è espressione di un cuore intriso d’amore, altrimenti viene dissacrato. Se il corpo diventa espressione di un’anima, o di uno spirito, che cerca soltanto uno scarico di energie, per la donna questo è un dissacrare l’umano! Perchè le porta via la cosa più sacra che è la dimensione del cuore, l’attenzione dell’animo.

    A questo punto direi a tutti i maschietti qui in sala, me compreso, di “chiudere il becco”, e, per favore, si faccia sentire una donna su questo argomento, giustamente, come tu dici, così importante. Perchè finché sentiamo soltanto i maschi… Ci vengono perdonate tutte dalle ragazze qui in sala!, ma solo perchè si dicono: «Poveretti, non capiscono nulla!»

    Intervento: Quando una donna si trova davanti a un uomo che ha una certa autorità, come fa a non sentirsi oltraggiata o a non essere sempre e solo oggetto di sesso o di possesso? Cioè, quando il nostro vissuto viene fatto passare a un uomo, se questo uomo non ha abbastanza di femminile, di materno, direi, di accoglienza, come possiamo difenderci?

    Archiati: Vedi com’è diverso il linguaggio?, sembra di essere su un altro pianeta! Al che lei dice: «Piglia e porta a casa!». Altre donne?

    Intervento: Con il lavoro che faccio, sono fisioterapista, incontro tante donne, ed è venuto fuori più spesso di quello che potevo pensare che molte dedicano il loro amore oramai ad altre donne, perchè dicono: «Tanto gli uomini non mi capiscono». Sono talmente prive di questa sfera del cuore che dicono: «Sto con una donna perché, almeno, questo ce l’ho!». L’aumento dell’omosessualità, sia da parte dell’uomo che da parte della donna, può essere dovuto a un assottigliamento del corpo eterico, maschile nella donna e femminile nell’uomo, che porta a una incapacità di sentire l’altro?

    Archiati: Il mio compito è quello di affrontare le cose a livello di pensiero. Lei conferma secondo me che, se non ci dedichiamo a questo reciproco arricchimento che la donna riceve specificamente dal maschio, e che il maschio riceve specificamente dalla donna, da tutte e due le parti ci sarà un grande impoverimento! Si diventa più poveri, perchè allora un sesso si chiude in sé per salvaguardare quello che ha, ma non si integra con l’altro. E l’altro sesso si chiude in sé, per godersi quello che ha, ma non può più arricchirsi dell’altro. Quindi questo aumentare dell’omosessualità in tutti e due i campi, sta a dire che l’umanità, gli esseri umani, diventano sempre più poveri. Allora saranno sempre più scontenti, e il dolore della scontentezza li aiuterà, speriamo che non sia troppo tardi, a capire che c’è qualcosa che non va. E l’unica soluzione è proprio questo interagire del maschile col femminile, però non sarà più possibile interagire in base a delle autorità che ci dicano come bisogna fare.

    Dicevo ieri e lo ripeto: l’unica cosa che ci può aiutare sono conoscenze nuove che ci convincono, cioè l’uomo moderno fa soltanto le cose quando le ha capite, quando queste lo hanno convinto. Non servono più a nulla comandamenti o autorità che ci dicano cosa dobbiamo fare. O noi ci conquistiamo conoscenze oggettive, e allora, a ragion veduta compiamo le cose, o altrimenti ci sarà un impoverimento crescente dell’umanità.

    Due donne che hanno vissuto dieci anni da lesbiche e poi tirano le somme, che cosa si ritrovano? Povertà interiore, e lo stesso due maschi. Pensate alla Chiesa d’Inghilterra: c’è stato un enorme rumoreggiamento perchè certe chiese hanno accettato l’ordinazione di sacerdoti omosessuali e altre invece dicono che un omosessuale non può fare il prete.

    Vediamo come l’umanità sia alle prese con questo grande mistero, e secondo me basterebbe un elemento di conoscenza, che poi è enorme, di Rudolf Steiner che dice: guarda che il nostro problema è che noi ignoriamo, non conosciamo, in ogni essere umano questa realtà importantissima che è il vitale, che nella donna è maschile e cerca spazio per esprimersi. Cioè la vitalità, la mascolinità del vitale, del mondo dell’animo delle donne non trova modi, non trova spazi per esprimersi! Questa è la disumanità, il maschio ha occupato tutti gli spazi del fare, della tecnica, nel mondo del lavoro, e questa attività, questa mascolinità del corpo eterico delle donne non è voluta!

    Io augurerei a tante aziende di avere una donna a dirigerle, perchè sarebbe molto più esperta in chiave di rapporti, e avrebbe un occhio molto maggiore per cogliere i talenti, per esempio. Un talento non è ciò che una persona sa fare oggi, è una potenzialità: non è ancora espresso in tutto e per tutto nel mondo visibile. Quindi il maschio è bravo a sapere cosa una persona sa fare oggi, ma quello lo sanno tutti, lo fa! L’occhio al talento è la capacità di sapere cosa una persona saprà fare domani, e lì sono molto più brave le donne. E una ditta che sa soltanto ciò che le persone sanno fare oggi, domani sarà morta, perchè non coltiva i talenti.

    Se ai vertici di un’azienda ci fosse una donna, – ma una vera donna piena di iniziativa, piena di conoscenze a livello del vitale, dell’eterico, a livello dei rapporti –, questa saprebbe dire: «Ma quello lì, a quel tizio lì, noi gli facciamo pulire i gabinetti, ma perchè?» Perché non abbiamo la più pallida idea di quello che potrà saltar fuori…, facciamogli fare qualcosa d’altro! E dopo due anni da quel tizio arrivano le idee più innovative, e più redditizie! Quindi l’occhio per i talenti, ciò che una persona saprà fare domani e non ancora oggi, è una qualità dell’elemento maschile presente nell’eterico, non nel fisico. I risvolti sono tantissimi, io ne evidenzio soltanto qualcuno. Quindi un maschio, a capo di una ditta, sa soltanto ciò che le persone sanno fare ora. Quello è importante, ma ancora più importante è sapere ciò che le persone sapranno fare domani o fra due anni, perchè l’azienda non c’è soltanto oggi. Le idee innovative non saltano fuori dai “ruminatori”, da coloro che per dieci anni hanno ripetuto sempre la stessa cosa. Il maschio è un ruminatore e le idee innovative, nei maschi, ci sono tra i giovani. Quando uno ha trent’anni, come maschio, potete buttarlo via come un ferro vecchio: idee nuove non ce ne saranno quasi più! Una donna a quaranta, cinquant’anni è ancora piena di idee nuove, senza fine. Sto esagerando naturalmente, i maschietti qui mi devono perdonare certe cose, però servono a riflettere su queste realtà.

    Intervento: Forse mi è sfuggita questa cosa, quando lei ha parlato del maschio, dell’uomo che ha un corpo fisico maschile e ha un corpo eterico invece femminile, quindi è accogliente, riceve, è capace di costanza…

    Archiati: Soprattutto: che dipende dall’altro!

    Intervento: Sì, ma se il corpo eterico della donna è maschile e riesce effettivamente a creare, a dare vita a cose sempre nuove, perchè l’uomo non riesce a vivere il suo corpo eterico?

    Archiati: Perchè è femminile, è del tutto passivo!, Quindi: o glielo arricchisce la donna che ha un corpo eterico maschile o non combina quasi nulla! È questo il discorso. Fisicamente è il maschio che feconda la donna. Al livello dell’eterico o la donna feconda l’uomo o non succede nulla! Quindi la sua riflessione – adesso stiamo facendo un esercizio a livelli semplici, però è da lì che si parte –, ci fa capire che se noi prendiamo le indicazioni che questa scienza dello spirito ci dà e le capiamo rettamente, possono diventare molto feconde: ci fanno veramente capire i fenomeni. Quindi: o la donna dà all’uomo la ricchezza del rapporto, oppure questa non c’è! Se la donna si aspetta che sia il maschio a mettercela, aspetterà fino alla fine del mondo, perchè il maschio non ce l’ha. È femminile nel suo corpo eterico, quindi è del tutto dipendente dalla donna. La donna è piena di iniziative: «Oggi potremmo fare così e così, e poi servono assolutamente quei fiori lì, proprio oggi». Perchè il suo animo oggi è diverso! L’uomo dice: «Ma lascia perdere, no? Dobbiamo spendere i soldi per tante cose e mo anche per i fiori? Non si mangiano, non si bevono, che servono a fare? I fiori servono solo per i morti, no?».

    Intervento: Volevo innanzitutto ringraziare per l’esposizione estremamente interessante, e anche per la raffica di bastonate a noi maschietti, è comunque un argomento che ci pone estremamente in difetto.

    Archiati: Ma guarda che è perchè abbiamo una cultura di dominanza maschile, perchè con una cultura di dominanza femminile avremmo dovuto fare il discorso opposto.

    Intervento: Va bene, questa è la base di partenza. Però oggettivamente come uomini ci si sente con le spalle al muro perchè con questa visione, chi “ha solo testa e gambe”, se vogliamo, e non ha cuore, di fatto è colui che nei rapporti provoca le difficoltà.

    Archiati: Le guerre!, per esempio.

    Intervento: Bene: ma se interiormente il nostro corpo eterico è femminile, e quindi proprio come nostra essenza siamo fatti così noi maschietti, come si può migliorare? Che lavoro bisognerebbe fare? Cioè, posso capire che è un lavoro interiore enorme, è lungo, è faticoso, però bisognerebbe andare contro natura? Questo mi domando.

    Archiati: Sei diventato molto concreto e questo ci aiuta. Prendiamo le due attività di cui parlavo, come fenomeni esemplari: una partita di calcio e una conversazione. Tu chiedi: da dove cominciamo, cosa dobbiamo fare? Stai guardando la partita di calcio alla televisione, spegni il televisore, siediti di fronte a una donna e ascolta per dieci minuti! Quello è l’inizio, perchè l’evoluzione si fa per piccoli passi, nell’evoluzione non si va in aereo, e se io ascolto per dieci minuti come maschio, la prima cosa che scoprirò è che non ho mai ascoltato.

    Io ho avuto una grande fortuna nella mia vita (come italiano, una grandissima disgrazia!): ho perso la mia voce, ho sviluppato una cisti alla tiroide quando ero a New York. Non potevo più predicare e mi hanno permesso di diventare eremita sul lago di Como: lì ho scoperto Rudolf Steiner, e allora ho capito perchè avevo perso la voce. Tra l’altro, dopo l’operazione, mi dicevano che se la voce non fosse ritornata entro sei mesi, potevo scordarmela! Ne sono passati dieci, ci avevo già rinunciato, quindi è un miracolo che io qui stia parlando. Allora la voce era sparita e io potevo parlare soltanto con il fiato. A pranzo, quando si mangiava (in Italia naturalmente durante i pasti non si muovono soltanto le forchette, ma parlano tutti quanti), se avessi voluto dire qualcosa bisognava che tutto si fermasse, quindi non potevo dire nulla: una catastrofe per un chiacchierone come me! È così che mi sono accorto che non avevo mai ascoltato, mai! Non potendo parlare mi sono accorto che ogni volta che l’altro parlava già pensavo a quello che dovevo dire io. Quello è il maschio, non ascolta mai! Adesso non è che io sia diventato molto meglio, comunque la voce è ritornata.

    Grazie a tutti!, ci rivediamo più tardi, e risolviamo tutti i problemi che non sono ancora stati risolti finora

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