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Testo originale tedesco: «Ahriman» kommt!

Sein Wirken kann jeder Mensch durchschauen

(Archiati Verlag e K., Bad Liebenzell )

Traduzione di Silvia Nerini

Revisione di Pietro Archiati

PD

L’editore e il redattore non esercitano diritti

sui testi di Rudolf Steiner qui stampati.

www.liberaconoscenza.it

ISBN 978-88-96193-66-2

Rudolf Steiner

Arimane è in arrivo!

Ogni uomo può vederlo all’opera

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Indice

Prefazione di Pietro Archiati

conferenza tenuta a dornach

il 1° novembre del 1919

La nostra cultura affonda le sue radici nel paganesimo precristiano

Dall’Oriente fino alla Grecia, i millenni prima di Cristo sono stati caratterizzati da una saggezza primordiale – una saggezza senza un impulso morale da essa separato

Questa saggezza primordiale è stata portata da Lucifero per mezzo della sua unica incarnazione in Oriente agli inizi del terzo millennio avanti Cristo

Agli inizi del terzo millennio dopo Cristo, deve verificarsi in Occidente l’unica incarnazione di Arimane. È importante che l’uomo si renda conto del modo in cui Arimane prepara la sua venuta

Il materialismo della scienza è una macchinazione di Arimane

E così pure l’orientamento di tutta la vita all’acquisizione di beni materiali

Una terza sua macchinazione è il nazionalismo, come pure la divisione degli uomini in fazioni e partiti

L’insistenza su una presunta lettura semplice dei vangeli, che in realtà è unilaterale, produce solo una comprensione allucinata del Cristo e contribuisce più che mai al successo di Arimane

Materialismo e spiritualismo illusorio si favoriscono a vicenda

Il comune accordo fra Lucifero e Arimane: negli stomaci agiscono solo gli istinti, nelle teste le “scatole di conserva” senza cuore, cioè biblioteche e atti

L’uomo vince Arimane, che agisce soprattutto per mezzo delle statistiche e dei numeri, grazie alla seria elaborazione di una scienza dello spirito

Glossario

A proposito di Rudolf Steiner

Prefazione

Nella scienza dello spirito di Rudolf Steiner si dà il nome di Arimane alla potenza spirituale che ispira all’uomo una concezione del mondo e uno stile di vita di tipo materialistico. Il termine risale alla civiltà persiana di Zarathustra. È il Mefistofele nel Faust di Goethe, mentre nei vangeli viene chiamato Satana.

Secondo Rudolf Steiner, Arimane dovrà incarnarsi agli inizi del terzo millennio – avvenimento che si verifica una sola volta nell’evoluzione della Terra e dell’uomo. Egli prepara la sua “venuta” servendosi di diverse correnti culturali che devono procurargli quanto più successo possibile. Di fronte alle sue macchinazioni, l’uomo libero deve per prima cosa smascherarle, cioè portarle a coscienza. È questo il presupposto per poi poter agire nel modo giusto.

Nel Vangelo, al momento del Giudizio Universale, gli uomini che non hanno compreso l’azione del male, che non se ne sono accorti, chiedono: dove, quando è successo tutto ciò? E la risposta che ricevono è: «Nell’incontro quotidiano con “il più piccolo” degli uomini», nella vita di ogni giorno, accadono sempre e comunque cose umane o disumane. Le seconde avvengono da sole ogni volta che l’uomo non è vigile, quando non compie il bene in piena coscienza e libera volontà.

Pietro Archiati

Arimane è in arrivo!

Ogni uomo può vederlo all’opera

Conferenza tenuta a Dornach

il 1° novembre 1919

Se si comprende correttamente l’antica cultura pagana, si vede dappertutto che contiene grandi e sublimi saggezze, che scandagliano a fondo la natura delle cose, però queste saggezze pagane non contengono nessun impulso morale per l’agire umano…

Miei cari amici,[1]

se adesso, di questi tempi, si parla di questioni sociali proprio da parte della scienza dello spirito ciò non dipende davvero – come tra parentesi vi ho illustrato dai più diversi punti di vista – da una preferenza soggettiva, da una qualsiasi voglia personale, ma da un’osservazione dell’evoluzione dell’umanità, dall’osservazione di ciò che è contenuto nelle forze evolutive dell’umanità per la nostra epoca, in ciò che esse ci ingiungono di fare nel presente e per il prossimo futuro.

Va detto che lo svelare gli impulsi più profondi di ciò che riguarda l’attuale evoluzione dell’umanità costituisce un compito alquanto scomodo, dato che attualmente non si è troppo inclini a occuparsi di queste cose. Nel presente non si è eccessivamente propensi a osservare in modo veramente serio e profondo le cose di cui si tratta. Ma la nostra epoca richiede una vera, profonda serietà nei confronti delle questioni umane. Esige soprattutto che ci si liberi da determinati pregiudizi e presensazioni.

Oggi desidero fornirvi alcuni punti di vista che mettono in condizione di osservare da una prospettiva più profonda le cose di cui abbiamo spesso parlato. Dovremo perciò volgere lo sguardo a un contesto umano un po’ più ampio.

Noi distinguiamo chiaramente dalle altre l’epoca in cui viviamo il nostro presente karmico e che facciamo iniziare a metà del quindicesimo secolo. Come sapete, le abbiamo dato il nome di quinta epoca postatlantica e la separiamo dall’epoca che è allora finita e che era cominciata nell’ottavo secolo avanti Cristo, quella che chiamiamo l’epoca greco-romana, dai popoli che hanno diffuso la sua civiltà. Il periodo precedente è quello egizio-caldeo.[2]

Se adesso prendiamo in considerazione l’epoca egizio-caldea – con gli occhi spirituali dell’anima ovviamente –, scopriamo che la concezione storica a cui siamo abituati fallisce decisamente. Con la storiografia non si giunge molto indietro nell’evoluzione dell’umanità, pur considerando le tradizioni caldee ed egiziane di cui siamo venuti a conoscenza. Tuttavia, ciò che è importante per il presente può essere capito solo se si comprende correttamente questa terza epoca postatlantidea nelle sue peculiarità.

C’è soprattutto una cosa che già sapete: di solito la storia definisce pagana la cultura e la civiltà in vigore fra gli uomini nel mondo allora conosciuto. L’elemento giudaico-ebraico, che va inteso come preparazione al cristianesimo, si è inserito come un’oasi in questa cultura pagana. Ma se lasciamo da parte quell’elemento di natura del tutto diversa che si è inserito nel periodo precristiano con l’ebraismo, possiamo dirigere lo sguardo al paganesimo che permea tutta la civiltà di allora.

Qual è l’aspetto che contraddistingue questa antica cultura pagana? È il fatto che si tratti di una cultura tutta rivolta alla contemplazione delle cose e degli eventi del mondo. Anche se quanto veniva riferito dall’antico pagano a proposito della sua conoscenza del mondo, che proviene dagli antichi misteri, ha un carattere mitico per il mondo “intelligente” di oggi, un carattere immaginativo, va comunque detto che tutto ciò che di quelle immagini è giunto ai posteri deriva da una visione profonda nell’essenza delle cose e degli eventi.

Basta ricordarsi dei contenuti di sapienza spirituale che abbiamo cercato di portare alla luce per il presente dalle varie sfere di quei tempi antichi, e si vedrà allora che si ha a che fare con una saggezza primordiale, che costituisce il fondamento di tutto il pensare, di tutto il modo di sentire e di vivere dei popoli antichi.

Una certa eco di questa saggezza dei primordi, una tradizione che la racchiudeva in sé, è esistita per certe società segrete in forma proficua fino alla fine del diciottesimo secolo, addirittura fino agli inizi del diciannovesimo. Nel diciannovesimo secolo è andata poi più o meno esaurendosi, e ciò che è rimasto è stato messo al servizio di singoli gruppi, soprattutto di singole nazionalità. E quello che oggi è presente nelle società segrete correnti non può più essere definito antico patrimonio sapienziale pagano proficuo e autenticamente tramandato.

Questo patrimonio sapienziale pagano ha una caratteristica ben precisa, che non va persa di vista se si vuole capire di che cosa si tratta effettivamente. È una caratteristica per cui la corrente più piccola dell’ebraismo, che ha preparato l’avvento del cristianesimo, ha dovuto collocarsi come un’oasi in questa grande corrente dell’antica saggezza pagana.

Se si comprende correttamente l’antica cultura pagana, si vede dappertutto che contiene grandi e sublimi saggezze, che scandagliano a fondo la natura delle cose, però queste saggezze pagane non contengono nessun impulso morale per l’agire umano.

In un certo senso non c’era bisogno di questi impulsi morali per l’agire umano, dato che, a differenza di quella che oggi passa per conoscenza fra gli uomini, questa antica saggezza pagana era qualcosa che dava veramente all’uomo la sensazione di essere pienamente inserito nel cosmo. L’uomo che si trovava allora sulla Terra non si sentiva composto soltanto dalle sostanze e dalle forze che esistono al di fuori di lui nella vita terrena, nel regno minerale, in quello animale e vegetale. L’uomo sentiva agire dentro di sé anche le forze che orbitavano nelle stelle, nei soli, ecc.

L’uomo si sentiva membro dell’intero universo, non sentiva solo in astratto di essere un’immagine del cosmo, ma dalle sue scuole misteriche riceveva le indicazioni su come doveva procedere nell’agire, nel suo modo di comportarsi, in armonia con il corso delle stelle. L’antica saggezza degli astri non era affatto quell’astrologia di puro calcolo di cui si vantano gli uomini d’oggi, ma era invece qualcosa che i capi degli antichi misteri pagani concepivano in modo che da questi misteri potessero emanare veri impulsi per l’agire, per il comportamento del singolo individuo.

L’uomo si sentiva per così dire protetto all’interno del cosmo, non solo da una saggezza generale, ma per il fatto che ciò che doveva fare da mattina a sera in un certo giorno dell’anno gli veniva rivelato e proposto come direttiva da coloro che lui riconosceva come iniziati ai misteri. Ma da tutto ciò che gli iniziati deducevano dai misteri per la saggezza caldea o egizia non si ricavava nessun impulso prettamente morale per l’umanità. L’impulso morale vero e proprio è stato predisposto per l’umanità solo dall’ebraismo, e sviluppato poi interiormente dal cristianesimo.

A questo punto, miei cari amici, deve sorgere la domanda: da che cosa dipende il fatto che la gloriosa saggezza pagana antica, che per esempio ancora nell’ellenismo ha prodotto una magnifica fioritura artistica e filosofica, non avesse nessun particolare impulso morale?

Se andassimo ulteriormente indietro, prima del terzo millennio dell’era precristiana, troveremmo che insieme all’impulso della saggezza viene dato anche un impulso morale e che, come ho già esposto, nell’impulso della saggezza era nel contempo racchiuso ciò di cui gli uomini antichi avevano bisogno come morale, come etica. Ma un’etica a parte, un impulso morale particolare, come quello venuto poi col cristianesimo, non faceva parte della saggezza pagana. Come mai?

Ciò è dovuto al fatto che questa saggezza pagana, nei millenni immediatamente precedenti al cristianesimo, questa saggezza pagana della lontana Asia, era stata ispirata da un’entità molto singolare: dall’entità di Lucifero, incarnatosi nel terzo millennio avanti Cristo in Asia, in Oriente.

E alle varie cose che abbiamo appreso a proposito dell’evoluzione umana è necessario aggiungere, miei cari amici, anche la conoscenza del fatto che, proprio come c’è stata l’incarnazione del Golgota, l’incarnazione del Cristo nell’uomo Gesù di Nazareth, c’è stata anche una reale incarnazione di Lucifero in Asia nel terzo millennio prima di Cristo. E gran parte della cultura antica è ispirata da quella fonte, che può solo essere definita un’incarnazione terrena di Lucifero, in un uomo in carne e ossa.

Vedete, perfino il cristianesimo, il mistero del Golgota, allorché si è verificato fra gli uomini, è stato dapprima colto così come gli uomini lo potevano comprendere proprio grazie a ciò che ricavavano dall’antica saggezza di Lucifero. L’unilateralità della Gnosi, per altri versi estremamente profonda, deriva dal fatto che questa incarnazione di Lucifero ha esercitato il suo influsso in tutto il mondo antico. Non si comprende nel modo giusto il pieno significato del mistero del Golgota se non si sa che tremila anni prima di esso c’è stata un’incarnazione di Lucifero.

L’incarnazione del Cristo ha avuto luogo per aggiungere a questa ispirazione luciferica l’elemento che potesse liberarla dalla sua unilateralità. E con l’incarnazione cristica è giunto ciò che ora forma l’impulso educativo del genere umano nella civiltà europea con la sua estensione americana.

Ma a partire dalla metà del quindicesimo secolo, da quando nell’evoluzione umana è sorto l’impulso soprattutto all’evoluzione personale, all’emergere dell’individuo, nell’evoluzione si sono immesse anche le forze che preparano l’incarnazione di un altro essere sovrasensibile.

E come c’è stata un’incarnazione di Lucifero, come c’è stata un’incarnazione del Cristo, così, prima ancora che sia trascorsa anche solo una parte del III millennio dell’era postcristiana, avrà luogo in occidente una vera e propria incarnazione di Arimane, ci sarà Arimane in carne e ossa.

L’umanità terrena non può sfuggire a questa incarnazione di Arimane. Questa incarnazione si verificherà. È solo questione che l’umanità terrena trovi la giusta posizione da assumere nei confronti di questa incarnazione arimanica.

In tutto ciò che si svolge in questo modo, in cui si preparano queste incarnazioni, va visto qualcosa che nell’evoluzione umana conduce sempre a poco a poco alla loro realizzazione. Un’entità come Arimane, che si vuole incarnare qui sulla Terra nel mondo occidentale in un certo tempo successivo al nostro, prepara la propria incarnazione. Un’entità come Arimane, che si vuole incarnare sulla Terra, guida determinate forze dell’evoluzione umana in modo che esse tornino particolarmente a suo vantaggio.

E questo sarebbe grave, miei cari amici: se gli uomini vivacchiassero dormendo e non prendessero certi fenomeni che si verificano nella vita umana in modo da riconoscervi una preparazione all’incarnazione di Arimane.

Gli uomini troveranno la giusta posizione da assumere solo riconoscendo che in questa o in quella successione di fatti che fa parte dell’evoluzione umana va visto il modo in cui Arimane prepara la sua esistenza terrena. E oggi è ora che singoli individui sappiano distinguere quali degli avvenimenti che succedono intorno a loro sono stratagemmi di Arimane per preparare vantaggiosamente la sua imminente incarnazione terrena.[3]

La cosa più vantaggiosa per Arimane sarebbe indubbiamente riuscire a far sì che la stragrande maggioranza degli uomini non abbia idea di ciò che favorisce la sua esistenza, se la maggior parte degli uomini vivacchiasse in modo da ritenere questi preparativi per l’incarnazione di Arimane qualcosa di buono, innovativo e propizio per l’evoluzione dell’umanità.

La cosa più soddisfacente per Arimane sarebbe potersi per così dire infilare di soppiatto in un’umanità dormiente. Per questo è necessario mettere in evidenza gli eventi in cui Arimane lavora per realizzare la sua futura incar-nazione.

Vedete, uno dei fatti evolutivi in cui si percepisce chiaramente il lavoro di Arimane è la diffusione della convinzione che mediante quella visione meccanico-matematica dell’universo fornitaci dal galileismo, dal copernicanesimo e via dicendo, si possa realmente capire ciò che avviene là fuori nel cosmo.

Per questo la scienza dello spirito a orientamento antroposofico deve sottolineare con forza che nel cosmo bisogna cercare lo spirito e l’anima, non solo quanto di matematico e meccanico vi cercano il galileismo e il copernicanesimo, che fanno come se l’universo fosse una grande macchina. Gli uomini soggiacerebbero alla seduzione di Arimane se continuassero a calcolare solo i periodi di rotazione delle stelle, a studiare solo l’astrofisica per giungere alle composizioni materiali dei corpi celesti, cosa di cui vanno così fieri al giorno d’oggi – e a ragione, da un certo punto di vista.

Ma sarebbe grave se a questo galileismo, al copernicanesimo, non si contrapponesse ciò che si può sapere sul cosmo in quanto permeato di anima e spirito.

Ma è questo che Arimane vorrebbe più di tutto evitare, allo scopo di favorire la sua incarnazione terrena. La sua intenzione è quella di tenere gli uomini in uno stato di grande ottusità, di modo che siano in grado di capire solo l’aspetto matematico dell’astronomia. Perciò induce molti uomini a far valere la loro nota avversione nei confronti della conoscenza dello spirito e dell’anima dell’universo. Ma questa non è che una delle forze di seduzione che Arimane instilla per così dire nell’anima dell’uomo.

Un’altra tentazione di Arimane – che collabora opportunamente con le forze luciferiche – ha a che fare con Lucifero. Un altro suo modo di sedurre gli uomini è quello di far sì che mantengano una certa disposizione di spirito, molto diffusa al giorno d’oggi: quella che ritiene che per la vita pubblica sia sufficiente che gli uomini siano soddisfatti da un punto di vista economico.

Si va qui a toccare un tasto di cui spesso l’uomo moderno non ammette volentieri l’esistenza. Vedete, la scienza ufficiale odierna non offre più niente per una vera conoscenza dello spirito e dell’anima, dato che i suoi metodi attuali servono soltanto a capire la natura esteriore dell’uomo.

Pensate solo al disprezzo con cui un cittadino medio del presente guarda tutto ciò che gli sembra idealistico, ciò che gli sembra in qualche modo una via verso lo spirito! In fin dei conti la domanda che pone è sempre la stessa: Sì, ma che guadagno ne ho? Che beni terreni mi porta?

Manda i suoi figli al liceo – magari lui stesso ha ricevuto la sua istruzione al liceo o in un altro istituto superiore –, li manda all’università o in un altro ateneo a completare la loro formazione. Ma tutto questo ha solo lo scopo di fornire le basi per una professione, vale a dire, di procurarsi nella vita i beni materiali che lo nutrono.

Considerate cosa viene toccato quando si pone questa domanda: quanti sono al giorno d’oggi gli uomini che non valutano lo spirito in quanto tale, l’anima per amore dell’anima? Vedete, questi uomini danno valore solo a ciò che viene fatto passare per utile dalla vita conoscitiva pubblica.

Vedete, a questo punto bisogna portare alla coscienza dell’umanità odierna un fatto molto importante e misterioso. Un cittadino normale d’oggi, che magari da mattina a sera lavora diligentemente nel suo ufficio e poi assolve le note “formalità serali” – conoscete la storia, no? – non si degnerà di prender parte a “sciocchezze” come quelle che vengono proposte dalla scienza dello spirito a orientamento antroposofico – è chiaro, vero? Non lo vorrà fare assolutamente. Gli sembra qualcosa di inutile, dato che pensa: non è mica roba che si può mangiare!

E in definitiva tutto ciò che è davvero utile conoscere dev’essere un preparativo – anche se gli uomini spesso non lo ammettono, ma nella vita pubblica è così – dev’essere un preparativo per procurarsi la possibilità di mangiare.

Vedete, è un singolare errore quello a cui si abbandonano gli uomini del presente in questo ambito. Credono che lo spirito non si possa mangiare. E vedete, gli uomini che dicono così sono proprio quelli che divorano lo spirito! Perché nella stessa misura in cui ci si rifiuta di assumere dentro di sé qualcosa di spirituale, che viene accolto in quanto elemento spirituale, in quella stessa misura, con ogni boccone che si introduce nello stomaco attraverso la bocca, si consuma qualcosa di spirituale e gli si fa fare un percorso diverso da quello che dovrebbe seguire per il bene dell’umanità.[4]

Io credo, miei cari amici, che molti europei sappiano vantarsi della loro civiltà se sono in grado di dire: noi non siamo cannibali! Ma questi stessi europei, insieme alla loro estensione americana, sono dei veri mangiatori d’anima e di spirito! Consumare la materia in maniera non spirituale equivale a condurre lo spirito su una cattiva strada.

È difficile dire queste cose all’umanità. Ma rendiamoci conto che tante cose della nostra cultura odierna possono essere caratterizzate in modo giusto solo se si è a conoscenza di questo fatto! E mantenere l’uomo in questo stato di consumo animico e spirituale è uno degli impulsi di Arimane per favorire la propria incarnazione.

Più si riesce a scuotere gli uomini, così che non si limitino ad amministrare in senso materiale, ma che considerino come componente dell’organismo sociale oltre alla vita economica anche la libera vita culturale dotata del vero spirito, e più essi potrebbero attendere l’incarnazione di Arimane in modo da assumere una posizione adeguata nei suoi confronti.

Un’altra corrente favorita da Arimane nella nostra vita attuale per agevolare la propria incarnazione è quella che oggi si manifesta così chiaramente nel cosiddetto principio nazionale, nel nazionalismo.

Tutto ciò che può dividere gli uomini in gruppi, ciò che sulla Terra li allontana dalla comprensione reciproca, che li separa gli uni dagli altri, favorisce nel contempo gli impulsi di Arimane. E si dovrebbe percepire la voce di Arimane in quello che oggi sulla Terra viene proclamato in tante occasioni come nuovo ideale: liberazione dei popoli, anche dei più piccoli, e via dicendo.

Sono finiti i tempi in cui è il sangue a decidere. E se si rimane attaccati a questa realtà che ha fatto il suo tempo, miei cari amici, si fa il gioco di Arimane.

E si fa il gioco di Arimane anche quando non si rifiuta energicamente quello che ho già descritto più volte mostrandovi che oggi ci sono uomini con le più diverse opinioni partitiche e con le più diverse concezioni di vita. L’una può essere dimostrata altrettanto bene quanto l’altra! Potete dimostrare altrettanto bene ciò che sostiene un partito socialista e ciò che sostiene un partito antisocialista, con ragioni altrettanto valide che gli uomini sanno ben far proprie.

Se gli uomini non si accorgono che questo modo di argomentare sfiora soltanto la superficie dell’esistenza, al punto che con la nostra attuale intelligenza – molto utile per le scienze naturali, ma inadatta a un altro genere di conoscenza – possiamo dimostrare simultaneamente tanto il no quanto il sì, se gli uomini non si rendono conto che questa intelligenza, che rende così grandi servizi alla nostra scienza, rimane solo in superficie – allora vorranno applicare questa stessa intelligenza a quella che è la vita sociale e a quella che è la vita spirituale.

Allora potranno dimostrare le cose più opposte fra loro, l’uno questa e l’altro quella. E dato che entrambe possono essere dimostrate, passeranno poi all’odio e al rancore, che troviamo già in atto a sufficienza nella nostra epoca. Anche queste sono cose che Arimane vuole favorire a tutto vantaggio della propria incarnazione.

E c’è una cosa, miei cari amici, che risulterà particolarmente utile ad Arimane per promuovere la sua incarnazione terrena: una visione unilaterale del Vangelo stesso.

Sapete quanto sia diventato necessario di questi tempi l’approfondimento dei vangeli in senso scientifico-spirituale. Ma sapete anche come ancor oggi sulla Terra sia diffusa l’opinione di non dover approfondire spiritualmente i vangeli, di non doversi mettere a dire questo o quello sui vangeli partendo da una vera conoscenza dello spirito del cosmo. Si vuol accogliere i vangeli con “semplicità”, li si vuol prendere così come si presentano oggi all’uomo.

Non voglio qui parlare del fatto che i veri vangeli oggi non si presentano affatto, dal momento che ciò di cui attualmente gli uomini dispongono come traduzioni dei vangeli dalle lingue originarie non sono i veri vangeli. Non di questo mi voglio oggi occupare, intendo invece mettere davanti ai vostri occhi la realtà più profonda, che consiste nel fatto che se si familiarizza coi vangeli solo semplicemente – come al giorno d’oggi vuole la maggior parte delle confessioni e delle sette – semplicemente, come dice la gente, ma in realtà comodamente, non si può giungere a una vera comprensione del Cristo.

All’epoca in cui si è verificato il mistero del Golgota e alcuni secoli dopo si è arrivati a una comprensione dell’effettivo cristianesimo, poiché si poteva ancora capire ciò che era stato tramandato con l’aiuto della saggezza pagana, luciferica. Questa saggezza pagano-luciferica è poi svanita. E quello che oggi gli uomini trovano nei vangeli grazie alle varie confessioni e sette non li porta al vero Cristo, che cerchiamo mediante la nostra scienza dello spirito, bensì a un’illusione o al massimo a un’allucinazione del Cristo.

Miei cari amici! Non si può giungere al vero Cristo tramite i vangeli se non li si penetra dal punto di vista scientifico-spirituale. Con i vangeli si può arrivare solo a una vera e propria allucinazione del fenomeno storico del Cristo.

Lo possiamo riscontrare tra l’altro in modo chiaro nella teologia degli ultimi tempi. Come mai questa teologia ama tanto parlare del semplice uomo di Nazareth e intende il Cristo solo come il Gesù di Nazareth che sovrasta leggermente gli altri grandi personaggi della storia? È perché si è persa la possibilità di giungere al vero Cristo, è perché ciò che gli uomini hanno ricavato dai vangeli arriva a essere solo un’allucinazione, qualcosa di illusorio. Gli uomini non possono comprendere davvero la realtà del Cristo mediante i vangeli, ma possono farsene solo un’idea allucinatoria o illusoria. E proprio questo è avvenuto.

Pensate a quanti teologi sostengono che sulla via di Damasco Paolo abbia solo avuto una specie di visione. Pensano che l’unica cosa che si può ricavare dai vangeli sia un’allucinazione, una visione – non che sia qualcosa di sbagliato, ma si tratta solo di un’esperienza interiore soggettiva, qualcosa che non ha alcun rapporto con la realtà oggettiva del Cristo. Non uso il termine allucinatorio per far intendere che non sia vero o che si tratti di un sogno, ma voglio solo specificare che il modo in cui viene compresa l’entità del Cristo è lo stesso in cui viene vissuta un’allucinazione.

Se gli uomini si fermano qui, se non si spingono fino al vero Cristo, ma solo all’allucinazione del Cristo, allora gli scopi di Arimane vengono agevolati al massimo.

Dopo tutto si è lavorato contro questo principio di prendere i vangeli in modo singolo e unilaterale dal momento che sono stati creati ben quattro vangeli – che come abbiamo spesso sottolineato si contraddicono esteriormente – scritti da quattro diversi punti di vista, proprio per evitare che vengano presi letteralmente e singolarmente.

Ma prendere alla lettera un singolo Vangelo costituisce davvero un grande pericolo. Quello a cui assistete nella formazione di sette – che giurano sul Vangelo di Giovanni o su quello di Luca, cioè sul suo contenuto letterale – è una sorta di idea fissa, una specie di offuscamento della coscienza. Con le coscienze offuscate che si svilupperebbero per via del mancato approfondimento dei vangeli avremmo gli uomini più adatti perché Arimane possa preparare la propria incarnazione, uomini che starebbero dalla sua parte.

Vedete, miei cari amici, anche questa è una verità scomoda per gli uomini d’oggi. Gli uomini vivono nelle loro confessioni religiose e dicono: non abbiamo bisogno di qualcosa come l’antroposofia, poiché ci atteniamo al semplice Vangelo. La gente dice di attenersi al semplice Vangelo per modestia o umiltà, ma in realtà si tratta della più terribile presunzione che si possa immaginare.

Questa presunzione consiste nel fatto che chiunque non faccia altro che venire al mondo e usare ciò che il suo sangue di nascita gli mette a disposizione come idee per prendere il Vangelo in modo apparentemente letterale, si scagli poi contro ciò che viene liberamente elaborato come patrimonio di saggezza. Nella maggior parte dei casi gli uomini “più semplici” sono in realtà i più arroganti, e questo proprio in ambito religioso. Si tratta del fatto che coloro i quali continuano a predicare: «Non dovete far altro che leggere il Vangelo» sono quelli che meglio di tutti preparano l’incarnazione di Arimane.

Ed è curioso che queste due parti si aiutino a vicenda, pur essendo molto diverse fra loro: quelli che prima ho definito mangiatori d’anima e di spirito, e quelli che nel modo appena descritto, dedicandosi con “semplicità” al testo letterale dei vangeli, favoriscono l’incarnazione di Arimane. Questi due gruppi si favoriscono decisamente a vicenda.

Se infatti non si imponesse nient’altro che la visione dei mangiatori d’anima e di spirito da un lato, e dall’altro quella dei cristiani della fede che non vogliono penetrare nelle profondità dei vangeli, allora Arimane riuscirebbe a trasformare in suoi seguaci tutti gli uomini della Terra. Quello che oggi viene spesso divulgato nel cristianesimo positivo del mondo esterno è una preparazione all’incarnazione di Arimane. E nella presunzione di essere i rappresentanti dell’ortodossia della chiesa dovremmo oggi vedere una preparazione dell’opera di Arimane.

Le cose infatti, miei cari amici, non stanno così come dicono verbalmente gli uomini. Come ho spesso spiegato, oggi gli uomini vivono troppo nelle parole. È urgente che ci allontaniamo dalle parole per entrare nella realtà delle cose. Oggi accade proprio che la parola in un certo senso separi gli uomini dalla vera essenza delle cose.

E l’occasione in cui gli uomini si separano maggiormente dalla vera essenza delle cose è quando pretendono di capire le antiche scritture, di cui fanno parte anche i vangeli, in modo semplice, come abbiamo accennato più volte oggi. Molto più semplice e schietto è invece ciò che davvero vuole penetrare nello spirito delle cose e che vuol capire anche i vangeli dal punto di vista dello spirito.

Vedete, ho detto che Arimane e Lucifero finiscono sempre per collaborare. Si tratta solo di vedere quale dei due prepondera nella coscienza umana in un determinato periodo. La cultura che ha avuto inizio con l’incarnazione di Lucifero in Cina nel terzo millennio avanti Cristo e si è protratta fino all’epoca successiva al mistero del Golgota, è stata una cultura fortemente luciferica. Da essa è emanato qualcosa che ha agito con forza fin nei primi secoli cristiani, e che continua ad agire anche nella nostra epoca.

Ma ora, ai nostri tempi, dato che è imminente l’incarnazione di Arimane nel terzo millennio, le tracce di Lucifero si fanno in un certo senso più invisibili, mentre l’azione di Arimane nelle cose a cui ho accennato oggi diventa particolarmente percepibile.

Arimane, miei cari amici, ha per così dire stipulato un contratto con Lucifero, che vi descrivo così: «Io, Arimane, trovo particolarmente vantaggioso» – così disse Arimane a Lucifero – «far mie le scatole di conserva. A te lascio gli stomaci, qualora tu mi permetta di addormentare gli stomaci, o più precisamente di offuscare le coscienze degli uomini per quanto riguarda lo stomaco».

Dovete capire bene che cosa intendo dire. Una mente offuscata riguardo allo stomaco ce l’hanno quegli uomini che ho definito divoratori d’anima e di spirito, dato che conducono direttamente alla corrente luciferica ciò che – non avendo nulla di spirituale in quanto uomini – procurano al loro stomaco. Attraverso lo stomaco le cose mangiate e bevute non spiritualmente vanno in mano a Lucifero.

E che cosa intendo dire con le scatole di conserva, miei cari amici? Per scatole di conserva intendo le biblioteche e simili, dove vengono depositate le scienze che vengono imparate esteriormente ma non vissute con vero interesse, che non vivono negli uomini ma solo nei libri che stanno nelle biblioteche.

Guardate questa scienza che viene esercitata lontano dal cuore degli uomini! Le biblioteche sono piene di libri. Al momento di sostenere l’esame di laurea, ogni studente deve scrivere un dotto trattato. Queste tesi vengono poi messe nel maggior numero possibile di biblioteche. Poi è necessario un altro dotto trattato quando la persona in questione vuole trovare un impiego. Ma gli uomini d’oggi scrivono, scrivono e scrivono anche in altre situazioni, però di quanto viene scritto si legge poco o nulla. Solo quando gli uomini devono prepararsi per questo o quello, allora citano ciò che ammuffisce ed è “conservato” nelle biblioteche. Queste “scatolette di saggezza” costituiscono un ottimo incentivo per l’opera di Arimane. Tutte le cose che vengono prodotte, anche analoghe a queste, hanno senso solo se gli uomini se ne interessano, ma in tutti i settori avviene che esse esistano in modo separato dagli uomini.

Pensate soltanto – per chi vi è incline ci sarebbe da disperarsi – di avere un processo e di doversi prendere un avvocato. Questo avvocato conduce il processo. Bene, arriva sempre di nuovo il momento in cui bisogna trattare con l’avvocato. Allora si accumulano i documenti che tiene nella cartella. Ma quando si parla con lui, si vede che non ha nessuna idea del contesto. Non sa niente, apre un atto dopo l’altro e non ne viene fuori nulla. Non ha nessuna relazione interiore con i suoi atti. Ecco una cartella portadocumenti, eccone un’altra, gli atti continuano ad aumentare, ma non c’è nessuna traccia di vero interesse.

C’è da disperarsi se si è costretti ad avere a che fare con gli esperti che agiscono più o meno così. Costoro non hanno alcun rapporto con la cosa, non ne sanno niente, dato che è tutto negli atti. Questi sono le piccole scatole di conserva, mentre le biblioteche sono le grandi scatole di conserva di anima e spirito. Lì tutto viene “conservato”, ma gli uomini non vogliono farlo proprio, non lo vogliono permeare del loro interesse.

E per finire, in questi ultimi tempi sorge così anche quella tendenza che non vuol lasciar entrare nella concezione del mondo ciò per cui occorre almeno un po’ di testa – c’è ben bisogno della testa per capire qualcosa, non vi pare? Ma gli uomini desiderano fondare la loro confessione, la visione del mondo, solo e soltanto sul cuore.

Va fatta certamente entrare nel cuore, ma il modo in cui attualmente gli uomini parlano della confessione religiosa mi sembra quello che si può descrivere con un proverbio in voga nella regione in cui ho trascorso la mia giovinezza. Là si diceva: «Quella dell’amore è una faccenda davvero singolare. Se lo si compra, si compra solo il cuore, e la testa la si ottiene gratis».

Vedete, si ritiene che questo debba essere più o meno l’atteggiamento anche nei confronti di quello che al giorno d’oggi gli uomini accolgono come contenuto della loro visione del mondo. Desiderano assumere tutto per mezzo del cuore, come dicono, senza affaticare la testa. Però senza la testa il cuore non batte, e si riesce ad assorbire bene solo se in realtà si intende lo stomaco. E ciò che nell’umanità va invece realizzato con la testa dovrebbe essere dato gratis col solo cuore, soprattutto nelle cose più importanti della vita!

È molto importante rendersi conto di tutte queste cose, dato che osservandole da vicino si vede con quale grande serietà bisogna affrontare la vita umana attuale, e quanto è necessario imparare, proprio anche dalle illusioni che possono provenire dai vangeli, come gli uomini d’oggi amino le illusioni.

Con il tipo di sapere a cui tendono sovente gli uomini d’oggi non si raggiunge la verità. Vedete, oggi gli uomini sono sicuri di poter dimostrare statisticamente le cose del mondo facendo calcoli coi numeri. Ed è in particolare con la statistica e con i numeri che Arimane ha buon gioco.

Egli infatti è particolarmente contento, miei cari amici, se oggi uno studioso spiega all’umanità: nei Balcani le cose devono stare così e così, perché per esempio in Macedonia vive un certo numero di greci, di serbi e di bulgari. Contro i numeri non c’è niente da fare, perché gli uomini credono in essi. E Arimane fa i suoi conti e cerca il suo tornaconto con i numeri in cui credono gli uomini, nel senso che vi ho spiegato oggi.

Solo dopo si scopre quanto sono sicuri questi numeri. I numeri costituiscono indubbiamente una prova per l’uomo – ma se non ci si ferma a quello che c’è nei libri, dove tutto viene “dimostrato”, ma si va a controllare nella realtà, allora ci si accorge spesso che in queste statistiche, per esempio in quelle macedoni, vengono citati un padre greco, un figlio serbo e un altro figlio che è bulgaro: allora il padre è con i greci, un figlio con i serbi e l’altro figlio con i bulgari. E come succede che nella stessa famiglia uno sia greco, un altro serbo e il terzo bulgaro e in che modo questo possa entrare nei numeri – è questo che porta alla verità, non l’accettare o dare i numeri, cosa di cui gli uomini d’oggi si accontentano tanto.

I numeri sono ciò di cui Arimane si serve per sedurre gli uomini in una certa direzione, qualcosa tramite cui egli trova meglio un tornaconto per la sua prossima incarnazione nel terzo millennio.[5]

Glossario

L’anima umana può venir compresa soltanto se la si considera in relazione con lo spirito pensante da un lato e con il corpo fisico dall’altro. È il vero mondo interiore soggettivo dell’uomo. La possiamo distinguere in tre parti:

Anima senziente: la fonte dell’attività interiore che risponde alle impressioni del mondo esterno con le sensazioni. È il mondo interiore delle sensazioni, dei sentimenti (piacere, dispiacere ecc.), delle emozioni, degli impulsi, degli istinti, delle passioni. Per tale elemento l’uomo è affine all’animale.

Anima razionale: la fonte dell’attività interiore che pone il pensare al proprio servizio, per cui non si seguono alla cieca nemmeno i propri impulsi. L’anima compenetrata dalla forza pensante.

Anima cosciente: il nocciolo della coscienza umana intellettiva, l’anima nell’anima, l’elemento interiore in cui vive la verità e il bene in sé anche quando tutti i sentimenti personali si sollevano loro contro. Ciò che di eterno risplende nell’anima: quanto più l’anima si riempie di ciò che è vero e buono, tanto più cresce e si estende l’eterno in lei.[6]

[1] Questa conferenza è stata pubblicata per la prima volta in Italia dalle Edizioni Archiati

[2] Sui periodi e le epoche di cultura può essere utile consultare lo schema a p. 44

[3] La clonazione, resa possibile solo di recente dall’ingegneria genetica, va indubbiamente messa in relazione con l’intenzione di Arimane di agire nella carne. Con la clonazione si duplica infatti solo l’elemento fisico – la carne –, non l’Io dell’uomo, il suo spirito individuale. Individuo deriva dal latino e vuol dire indivisibile, inseparabile. Arimane mira allora a possedere un corpo strutturato il meno possibile in base a uno spirito umano individuale, che non gli opponga cioè nessuna resistenza.

[4]Questo processo spirituale viene descritto con precisione scientifico-spirituale anche nel Vangelo di Giovanni. Giuda in quanto traditore è ogni uomo, nella misura in cui ambisce al denaro, al potere e al possesso. Tradisce lo spirito in quanto lo mette al servizio dell’acquisizione di beni materiali – invece di usare tutto ciò che è materiale come strumento per lo spirito. Durante l’ultima cena, Cristo passa a Giuda un boccone da mangiare, e il mangiare di chi ha una convinzione materialistica come Giuda fa di lui un “mangiatore di spirito”. Il testo originario greco dice letteralmente: «E dopo il boccone» – in seguito al boccone – «Satana entrò in lui.» (Gv 13,27). Nel Vangelo Satana, come accennato nella prefazione, è la stessa potenza spirituale che nella scienza dello spirito viene chiamata Arimane.

[5] La conferenza termina con queste osservazioni pratiche: «Continueremo a parlarne domani. Domani alle cinque ci sarà una presentazione euritmica pubblica e, come al solito, dopo una pausa per la cena ci sarà la conferenza alle otto e un quarto o alle otto e mezzo». La conferenza che Steiner tenne il giorno seguente (2 novembre 1919) è, a oggi, inedita.

[6]Per un maggiore e migliore approfondimento delle parti costitutive dell’essere umano, V. R. Steiner, Teosofia, cap. «La natura dell’uomo»; La scienza occulta – Ed. Antroposofica

A proposito di Rudolf Steiner

Rudolf Steiner (1861-1925) ha integrato le moderne scienze naturali con una indagine scientifica del mondo spirituale. La sua antroposofia rappresenta, nella cultura odierna, una sfida unica al superamento del materialismo.

La scienza dello spirito di Steiner non è solo teoria. La sua fecondità si palesa nella capacità di rinnovare i vari ambiti della vita: l’educazione, la medicina, l’arte, la religione, l’agricoltura, fino a prospettare l’idea di una triarticolazione dell’intero organismo sociale che riserva all’ambito della cultura, a quello della politica e a quello dell’economia una reciproca indipendenza.

Fino a oggi Rudolf Steiner è stato ignorato dalla cultura dominante. Questo forse perché molti uomini indietreggiano impauriti di fronte alla scelta che ogni uomo deve fare tra potere e solidarietà, fra denaro e spirito. In questa scelta si manifesta quell’interiore esperienza della libertà che è stata resa possibile a tutti gli uomini a partire da duemila anni fa, e che porta a un crescente discernimento degli spiriti nell’umanità.

La scienza dello spirito di Rudolf Steiner non può essere né un movimento di massa né un fenomeno elitario: da un lato, infatti, solo il singolo individuo, nella sua libertà, può decidere di farla sua; dall’altro questo singolo individuo può mantenere le sue radici in tutti gli strati della società, in tutti i popoli e in tutte le religioni egli sia nato e cresciuto.

Foto di Steiner
Arimane è in arrivo_cop.pdf